"Con l'elmetto, non si sa se si esce vivi": Feltri denuncia le scuole
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“Con l’elmetto, non si sa se si esce vivi”: Feltri denuncia le scuole

Vittorio Feltri

Dopo diversi episodi di violenza raccontati dalla cronaca, Vittorio Feltri denuncia il degrado nelle scuole italiane in un editoriale.

Vittorio Feltri, noto giornalista italiano, ha recentemente pubblicato su Il Tempo un editoriale che getta luce sulla crisi della scuola italiana. Con il suo stile diretto e incisivo, traccia un quadro impietoso della situazione attuale, evocando un confronto nostalgico con un passato in cui la scuola era “un’istituzione inviolabile“.

Il contrasto con l’oggi è stridente: “Le scuole paiono schegge impazzite. Si entra con l’elmetto e non si sa se si uscirà vivi“.

Vittorio Feltri
Vittorio Feltri

Vittorio Feltri e il “metal detector” nelle scuole

Vittorio Feltri riporta l’episodio di una preside napoletana che ha proposto l’introduzione di metal detector nelle scuole, misura che ricorda i controlli degli aeroporti. Secondo il giornalista, questo rappresenta una triste necessità per contrastare episodi in cui gli studenti portano “coltelli o pistole scacciacani in classe“.

Ma il giornalista non risparmia critiche, chiedendosi chi dovrebbe gestire questi controlli: “Non ce li vedo i bidelli a dirimere il traffico di una mandria di giovinetti scalmanati.” Un’altra vittima di questa crisi è il corpo docente, sempre più logorato da una generazione che definisce “cresciuta a social e violenza“.

Il distacco dalla vita reale e come risolvere il problema

Il giornalista si sofferma anche sull’atteggiamento degli adolescenti di oggi, evidenziando un “progressivo scollamento dei ragazzi dalla vita vera“. Per il giornalista, i giovani sembrano incapaci di vivere esperienze autentiche, preferendo il rifugio delle emozioni virtuali offerte dai loro smartphone.

In un passaggio evocativo, Vittorio Feltri ricorda la sua adolescenza, trascorsa a inseguire emozioni reali e a vivere il presente: “Io perdevo ore ad aspettare all’uscita da scuola una compagna bellissima… Non c’era nulla di virtuale in quell’infatuazione.”

Ma cosa bisogna fare? Quale sarebbe la soluzione? Il giornalista afferma: “Temo non basterà il latino a placare gli animi di questa gioventù evanescente…Proporrei ai ragazzi una gita a San Vittore (…) ma rischio l’accusa di fascismo. Dunque non resta che arruolarli tutti nei comuni”.

Un pochino di ore a spazzare marciapiedi luridi e cacche di cane e vedrai che il vizio dei coltelli sparisce insieme alla monnezza di città“, conclude

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ultimo aggiornamento: 25 Gennaio 2025 12:09

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